Alza la testa 

(Alessandro Angelini)

 


di Gianna Pala Contini*

 

Presentato al Festival internazionale del film di Roma di quest’anno, ha fatto guadagnare a Sergio Castellito il Marc’Aurelio quale migliore attore e alla giovane attrice Anita Kravos il premio L.A.R.A. come migliore interprete italiana.

 

Alza la testa è la seconda e attesissima grande prova del giovane e talentuoso regista romano Alessandro Angelini, dopo il sorprendente esordio de “L’aria salata”, film presentato alla prima edizione del festival di Roma che portò Giorgio Colangeli, uno dei protagonisti a vincere prima il Marc’Aurelio quale migliore interpretazione maschile e poi il David di Donatello e fece guadagnare ancora un David di Donatello per il produttore e una serie di ottime recensioni  per il film e per la maestria e il talento del giovane regista.

Un regista, Angelini, che viene dal reportage e dal documentario e che ha dimostrato sin dal suo esordio di saper girare bene e con personalità.

In questa seconda prova affronta ancora per una volta l’irrisolto e conflittuale rapporto tra un padre e un figlio.

 

Mero (Sergio Castellitto) è un operaio specializzato in un cantiere nautico e un padre single. Suo figlio Lorenzo (Gabriele Campanelli) - nato da una relazione con una ragazza albanese - è la sua unica ragione di vita. Il sogno di Mero è che il ragazzo diventi un campione di boxe, riscattando così la sua mediocre esistenza e la sua anonima carriera da dilettante. Per questa ragione lo allena con severità maniacale in un vecchio magazzino adibito a palestra, insegnandogli giorno dopo giorno a tirare pugni e a proteggersi dai colpi bassi della vita. La boxe è uno sport dove ci si confronta lealmente con l'avversario ed è un buon allenamento per crescere. Di fatto però quello che ha costruito intorno al figlio è un mondo chiuso, in cui le giornate trascorrono tutte uguali tra il lavoro, la scuola, gli allenamenti, le serate passate con gli amici del cantiere, che sono diventati una specie di famiglia. Un mondo intriso di rimpianti, di complicità maschili e diffidenza verso tutto ciò che è nuovo e diverso. L'equilibrio di questo rapporto 'esclusivo' però non è destinato a durare. Lorenzo muore in un incidente, gli verrà espiantato il cuore e Mero partirà alla ricerca di colui che lo riceverà, facendo quasi un viaggio iniziatico in cui con l’incontro di realtà differenti dovrà rimettere in gioco se stesso e rivedere tutte le sue convinzioni: attraverso il sacrificio del ragazzo imparerà a comprendere la diversità e a difendere la parte più debole della società.

 

E’ stato definito “un film sporco, duro, sofferto” e ancora “ un duello tra padre e figlio, ruvido ed aspro, ma al tempo stesso intensissimo e viscerale” e se è piaciuta la prima parte, dinamica, veloce, essenziale, nervosa, con riprese a macchina a mano, con inquadrature asciutte e senza fronzoli, la seconda parte, dopo la morte di Lorenzo, è stata criticata per un improvviso cambiamento di ritmo e di sviluppo, quasi fosse un altro film, con una  sovrapposizione di temi, storie e drammi senza mai dare a nessuna di queste uno svolgimento compiuto.

 

Per alcuni è stata un’occasione sprecata, per altri il film finisce per essere irrisolto, in realtà, bisogna dire, invece, che ha momenti di altissima intensità espressiva, con bellissimi piani sequenza.

E’ fin troppo ovvio che è stata una scelta consapevole del giovane regista, e non una svista, ad aver preferito una certa anarchia di racconto alla consueta consequenzialità di ritmo e di poetica.

Dopo una tragedia che ti segna per sempre, la tua realtà quotidiana non è più la stessa, come non lo è il valore che dai alle cose, come non lo è il tuo pensiero, la tua emozione, il tuo vedere o percepire ciò che ti circonda o lo svolgimento stesso della tua vita.

Diventa tutto plausibile o tutto inutile, ciò che ti accade ti passa accanto, lo osservi e talvolta lo lasci scivolare senza che niente più ti possa colpire o talvolta fai cose che mai avresti pensato poter fare.

 

Personalmente ritengo che questo giovane regista romano sia una delle nuove sicure promesse nel panorama registico italiano.

Il film è riconosciuto di interesse culturale dal ministero per i beni e le attività culturali. Film da vedere!

 

*iscritta al corso autori tv\giornalismo, anno accademico 2009-2010

 

 

10-12-09

 





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