ANDREA SPADONI, DAL REALITY AL PALCOSCENICO
Il giornalista, ex concorrente del Grande Fratello 7,
è stato protagonista de La Berlusconeide di Cesare Lanza




È andato a in scena a Roma “Vox populi, La Berlusconeide”. Grande successo di pubblico e critica per lo spettacolo firmato da Cesare Lanza. Un progetto originale, come spiegato dall’autore stesso: abbiamo preso un argomento di attualità e proposto una mescolanza tra momenti di spettacolo e di talk, tra il pubblico, gli attori e gli opinionisti presenti. Ovviamente l’argomento di maggior attualità, da mesi, è tutto ciò che riguarda il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Protagonisti, in scena, i giovani talenti dell’Accademia Studio 254. Tra loro, Andrea Spadoni, finalista della settima edizione del “Grande Fratello”. Giornalista e opinionista, il toscano trentaduenne racconta i momenti “dietro le quinte” del fortunato spettacolo.

Come e quando hai conosciuto Cesare Lanza? “Era il 2007, quando lui firmava ‘Buona Domenica’. Io ero appena sono uscito dal ‘Grande Fratello’. E' stato subito gentile con me, però i nostri rapporti in quel contesto, si sono fermati lì. Lui era il capo degli autori io, come ci chiamano in gergo, una ‘figurina’, cioè uno degli ospiti tra gli ex concorrenti del reality. Stavo semplicemente alle sue indicazioni per essere efficace negli interventi. Di Cesare, però, mi aveva parlato bene mio cugino, Michele Focarete, oggi cronista del Corriere della Sera, che anni fa lavorava con Lanza, quando era direttore de ‘La Notte’. Mio cugino mi disse: stai vicino a Cesare, ascolta i suoi consigli, vedrai, imparerai molto da lui. Detto, fatto: l'anno scorso ho saputo che aveva aperto l'Accademia ‘Studio 254’ e ho fatto immediatamente domanda per iscrivermi. Sono al secondo anno di corso per autore televisivo”.

Quindi ‘da grande’ vorresti lavorare come lui dietro le quinte? “Sono felice della mia scelta. Più di una volta Cesare ha dimostrato di non avere i classici e antipatici pregiudizi che si sentono nel mondo della tv, quando si parla dei giovani che hanno partecipato al ‘Grande Fratello’. Fin dal primo momento, si è rapportato con me, come se avesse di fronte un giovane giornalista che ha voglia di crescere nell'ambiente. Lo ringrazio perché in questo atteggiamento è diverso da tutti. Anche dai dirigenti e gli autori di Endemol che, una volta che hai finito il ‘Grande Fratello’, non hanno l'intelligenza di valutare e magari utilizzare le risorse artistiche e creative dei ragazzi che hanno lanciato con il programma. Quello che conta, per loro, è solo l'aspetto commerciale. Quando non hai più un valore in denaro, ti abbandonano. E' un clamoroso paradosso che nessuno ha mai il coraggio di dire”.

Come è nata l'idea dello spettacolo "La Berlusconeide"? “L'idea è tutta di Cesare. Comunque nasce, prima di tutto, dalla voglia di sdrammatizzare quello che è stato probabilmente uno dei periodi politici più difficili dell'epoca berlusconiana, dove lo scontro è stato aspro, volgare ed eccessivo. Non a caso Lanza lo definisce un antidramma, dove si ride, si riflette e si dialoga sui temi politici più attuali. Uno spettacolo che va oltre alla staticità e la senilità del ‘Bagaglino’ dove, tra un'esibizione comica e una canzone, prende corpo un talk show: un vero e proprio dibattito tra pubblico e opinionisti in scena. Il mio ruolo, anche se non proprio da protagonista, era proprio quello, lanciare provocazioni che potessero sollecitare una reazione nel pubblico”.

Com'è stato il riscontro del pubblico per te che l’hai vissuto in prima persona? “Ottimo: il top. Se pensi che abbiamo fatto quattordici serate alla prima uscita al ‘Teatro dei Comici’ in piazza Santa Chiara e altre dieci al ‘Teatro Cassia’, tutte da tutto esaurito: è stato un successo. Inoltre sono venuti a vederci anche tantissimi personaggi della Tv. Per citarne alcuni: Paolo Bonolis, Paola Perego, Lucio Presta, Franco Oppini e anche molti importanti dirigenti Rai".

Con chi hai legato maggiormente sul palco e dietro le quinte? “Noi dell'accademia siamo un bel gruppo collaudato. C'è rispetto tra noi e amicizia, mi trovo bene con tutti. Se per forza devo fare dei nomi, mi ha fatto piacere lavorare di nuovo con gli amici Milo Coretti, Lina Carcuro e Barbara Lay, ma anche con la simpaticissima e umile Rosaria Cannavò e con Giada Di Miceli”.

Quali i tuoi progetti futuri? “Sono molto impegnato come giornalista free lance. Seguo in particolare il ‘Grande Fratello”, quando è in onda. Ma mi occupo anche di cronaca e attualità, come facevo già prima di partecipare al reality. Inoltre da sette mesi sono direttore di una rivista che si chiama ‘Il Giullare’ che viene distribuita in Toscana ed è stata interamente ideata e creata da me. Ma non mi fermo qui: la televisione mi piace, mi appassiona, sento una particolare vocazione come autore televisivo e ho scritto già due nuovi format: una nuova gara di comicità, dove a scontrarsi saranno i dialetti della nostra penisole e un reality che si svolgerà in una delle industrie che ha fatto la storia d'Italia, che vuole raccontare la difficile vita degli operai. Non posso dire altro. Anzi, sparo l'ultima: da un anno lavoro con un mio collega, a un libro sulle verità mai confessate su ciò che ruota attorno al mondo dei reality e del gossip. Un viaggio tra scandali e falsi scoop”.

Vip party, maggio 2010





Copyright © 2009-2012 www.studio254.it. Tutti i diritti riservati. Disclaimer