I Racconti

(di Anton Cechov)

 


di Niccolò Francisci*

                                                              

Anton Cechov è stato uno dei più grandi scrittori e drammaturghi dell’ottocento russo. Questa edizione dei “Racconti” comprende sei storie scritte tra la fine del 1880 e l’inizio del 1890. In ognuno di essi, il tema pregnante è la lotta dello spirito contro la realtà. Gli uomini e le donne sono esseri complessi perché, da un lato, sembrano schiavi di una perenne immobilità mentale e fisica: la pigrizia e l’inerzia sono sentimenti dilaganti, frenano la vita delle persone e nessuno è consapevole del fatto che sta sprecando la propria esistenza. Cechov individua nella realtà, sotto forma di metafora, la decadenza della dinastia dei Romanov che, legata ad ataviche tradizioni e dogmi secolari, opprimeva e soffocava il progresso economico, culturale e sociale della Russia. D’altro canto, il popolo russo è rappresentato con sentimento fraterno, amorevole, anche quando si parla del personaggio più abietto. Cechov arricchisce le storie con personaggi eterogenei, descritti con un’attenzione minuziosa verso i particolari: sembrano fotografati. La sua conoscenza della  psicologia umana gli permette di creare uomini e donne unici, irripetibili, di una bellezza interiore che lascia sbigottiti. Nello stile è discorsivo, asciutto, poeticamente sintetico e la sua amara ironia è spesso spunto di riflessioni. I “Racconti” sembrano semplici storie di vita quotidiana che invece denunciano una società malata e le sofferenze sopportate dal popolo russo. Colpisce profondamente che ciò che è narrato sia vero, limpido, sincero: nella semplicità, nella monotonia, Cechov cerca e trova la verità. Quando termini di leggere il libro, senti di avere la Russia che ti scorre dentro.

 

 

*Iscritto al corso di recitazione base, anno accademico 2009-2010

 

 

 

 

 

01-12-09

 





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