La dolce vita
di Jasmine Gigli*
Nel film di Federico Fellini si possono osservare le numerose e
memorabili scene che narrano la “dolce vita” della Roma fra gli anni
’50 e’60. Nella prima scena, lo sguardo dei romani è rivolto verso
un’enorme statua di Gesù che sorvola la città trasportata da un
elicottero. Nella scena seguente, Marcello Rubini, il protagonista,
è un giornalista romano che scrive su riviste scandalistiche. Viene
incaricato di accogliere nella capitale Sylvia, bellissima e famosa
stella del cinema di cui si invaghisce perdutamente.
Marcello la intrattiene in un locale per una festa, ma durante la
serata, Sylvia scappa infastidita dal comportamento del suo compagno
e il protagonista le corre dietro offrendosi di portarla via di lì
con un passaggio. I due si ritrovano all’alba, insieme, nella
meravigliosa fontana di Trevi. Al ritorno, in albergo, il
giornalista subisce un’aggressione dal compagno di lei e tutto
questo sotto i flash dei paparazzi.
Nel frattempo, il popolo romano è in preda a un episodio di
fanatismo collettivo, su un luogo dove due bambini dicono di aver
visto la Vergine Maria.
Marcello si lascia accompagnare sul posto da Emma, sua compagna, per
un servizio, ma la sua attenzione viene distolta dalla fidanzata,
risentita perché si sente ormai messa da parte. In un’altra scena,
Marcello è a casa dello scrittore Steiner, che ammira e che vorrebbe
imitare ma, in seguito, lo scrittore si ucciderà, uccidendo prima i
propri figli.
L’esistenza di Marcello, sedotto dai piaceri della “dolce vita”
romana, prosegue negli incontri quotidiani tra i capricci e le
minacce della convivente ossessiva e gelosa, l’incontro con il
padre, ed i vizi vissuti insieme ad un’aristocrazia fasulla.
Stanco di questa vita, Marcello sente il bisogno di scrivere e si
rifugia nella provincia, pacifica e silenziosa. Ma la sua serenità
durerà per poco, in breve tempo si rigetterà in un’esistenza priva
di valori morali insieme al mondo dell’alta società.
Nel finale, all’indomani di una festa a Fregene, l’attenzione di
Marcello si concretizza nell’apparizione di uno strano animale
marino, trainato verso la riva. Proprio lì, sulla riva, sente la
voce innocente di una bambina: è Paola, conosciuta tempo prima per
caso in una trattoria. La giovane gli fa cenno di seguirla, ma il
giornalista la intravede appena, senza capire e senza distinguere le
parole e si allontana da lei.
La “Dolce vita”è una meravigliosa pellicola che trasmette
un’infelicità destinata, segnata, che è quella del protagonista nel
non poter vivere emozioni vere, reali, ma solo illusioni e sogni
irrealizzabili.
Le scene importanti e ricche di significati sono molteplici, ma la
più memorabile, che incanta e affascina lo spettatore, è quella in
cui Sylvia, Anita Ekberg, s’immerge nella meravigliosa fontana di
Trevi facendo diventare la scena e tutti i dettagli che la
rappresentano, unica e indimenticabile.
*Iscritta corso personaggi nuovi per la tv, anno accademico
2009-2010