PANORAMA EXTRA / IL NUOVO SOCRATE DELL'ETERE CESARE LANZA
IN TV NON CI SONO PIÙ I RACCOMANDATI DI UNA VOLTA
LA PIAGA DELLE RACCOMANDAZIONI STA UCCIDENDO LA COMPETITIVITÀ.
PAROLA DI UN EX
POTENTE DELLA TV CHE HA UNA CURA IN MENTE. E FA TANTE SCUSE AI
GIOVANI.

di ANTONELLA PIPERNO
Il 60 per cento dei giornalisti, autori e pure cameramen che
lavorano in tv è raccomandato. Se poi esaminiamo i conduttori dei
programmi di intrattenimento, arriviamo al 90 per cento». A dirlo è
Cesare Lanza, 69 anni, uno che ha lavorato in tv fino all'anno
scorso... Tuttavia, anche Lanza è un uomo di potere che ha navigato
fra Prima e Seconda repubblica: direttore di giornali, scrittore,
sceneggiatore, regista e intimo dei vertici Rai e Mediaset. Come
autore ha firmato tre Festival di Sanremo e, tra Domenica in e Buona
domenica, 11 stagioni della tv domenicale. Ora Lanza ha deciso di
prendersi a cuore il destino dei giovani inventandosi il sito
www.socrate2000.com e una fondazione, Socrate: ritorno alla
meritocrazia. Accompagnati da un pamphlet dal titolo Lettera di
scuse in cui si rivolge ai nati nel Duemila. Prima proposta di
Socrate: «A ogni tornata di nomine la Rai, oltre che delle
spartizioni politiche, dovrà occuparsi dell'assunzione di 20 giovani
meritevoli.
All'inizio scelti da una giuria super partes, nel prossimo futuro da
noi di Socrate».
Mica si sarà accorto solo ora che l'Italia non è un paese per
giovani meritevoli...
"No, però le spartizioni oggi sono scese di livello. Prima i
raccomandati avevano una certa autorevolezza. Ora si impongono il
fratello, il cognato, il cugino del portiere. I giovani sono
rassegnati: pronti a piegarsi a umilianti compromessi o alla
rinuncia totale. Così si uccide la competitività."
Come faranno il suo sito e la sua fondazione ad aiutare i giovani?
"Voglio creare un movimento di pensiero, aggregare gli
insoddisfatti. E quindi nominare un capozona che in ogni città tenga
i rapporti con la stampa. Il primo atto della fondazione dal
prossimo dicembre sarà un premio in denaro al giovane più
meritevole. Con una giuria equa."
Direttore del «Secolo XIX»e del «Corriere d'informazione»: non si è
mai piegato a raccomandazioni?
"Semmai ho avuto un certo talento a scoprire ragazzi meritevoli: ho
assunto Ferruccio de Bortoli, Gian Antonio Stella, Massimo Donelli,
Gigi Moncalvo. E ho indirizzato Edoardo Raspelli verso la critica
gastronomica. Le raccomandazioni non erano così tante come oggi,
l'ingerenza della politica è decuplicata."
In tv non sarà riuscito a sottrarsi così facilmente.
"Quando ero autore di Domenica in eravamo sommersi dalle richieste.
Showgirl per le quali si indicavano pure le rubriche che avrebbero
voluto condurre e i minuti di permanenza in video: scrivemmo ai
vertici Rai che se volevamo accontentare tutti e tutte bisognava far
cominciare la trasmissione alle 8 del mattino. "
Cosa scriverà nella sua «Lettera di scuse»?
"La dedicherò a mio nipote Filippo, che ha 7 anni, e gli confesserò
gli errori della mia generazione: gli incendiari di allora sono
tutti ben installati nei posti di potere, senza alcuna intenzione di
togliere il disturbo."
Non poteva pentirsi prima?
"Certamente. Anche se io, che sono un libero professionista e da
domani, oltre che di Socrate, mi occuperò di critica televisiva, in
fondo ho meno colpe di chi è inchiodato a una poltrona ministeriale
o parlamentare. Ci vorrebbe una legge che limitasse gli incarichi
pubblici a due mandati."
PANORAMA, 21-03-11
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